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La storia di Piedicavallo

Benvenuti a Piedicavallo! Piedicavallo è situato alla testata della Valle del Cervo, in provincia di Biella nella regione Piemonte, al confine con la Val Sesia e con la Valle del Lys in Val d’Aosta.  E’ situato a 1050 metri di altitudine e conta 188 residenti. Il suo territorio comunale comprende, oltre al tratto vallivo che scende dal lago della Vecchia e che è percorso dal torrente Cervo, anche i valloni dell’Irogna, della Mologna e del Chiobbia, ovvero dei primi tre affluenti di un certo rilievo del torrente principale. L’unica frazione del comune è Montesinaro.

Il nome del paese deriverebbe dal fatto che esso fosse l’ultimo centro abitato della valle al quale si poteva accedere a cavallo, a monte del quale diventava necessario proseguire a piedi, o più probabilmente, visto il nome in dialetto locale “Pedcavall”, con riferimento alla posizione dell’abitato ai piedi della montagna.

Il paese, come gli altri centri abitati della zona, fu inizialmente un alpeggio e solo attorno al XV secolo iniziò ad avere una popolazione stabilmente residente. Sebbene non sia possibile risalire ai primissimi insediamenti nel territorio, sappiamo che Piedicavallo viene riportato come luogo permanentemente e stabilmente abitato «per la prima volta nei documenti nell’elenco degli affitti del Vescovo Lombardo della Torre», nella prima metà del XIV secolo. Il suo territorio dipendeva da Andorno Micca dal quale fu separato assieme al resto dell’alta valle nel 1694, quando nacque il comune di “Valle”, con sede a Campiglia Cervo. A seguito di una nuova separazione Piedicavallo ottenne la propria autonomia comunale il 14 marzo 1700. Il nuovo comune comprendeva anche Montesinaro, Rosazza e Beccara. Rosazza divenne comune a sé stante nel 1906, includendo anche la frazione Beccara.

Piedicavallo e Montesinaro, così come tutta l’Alta Valle Cervo, sono caratterizzati da una lunga storia di emigrazione. Il mestiere più comune per gli uomini della Valle era quello dei “pica pere”, gli scalpellini che lavoravano il granito, la “sienite” della Balma. Mestiere che portò loro fortuna e fama: «nel Cinquecento mastri da muro valligiani sono documentati a Milano nella costruzione del Duomo».

La pratica dell’emigrazione stagionale degli uomini del paese, che si trasferivano per molti mesi all’anno in Italia o all’estero per lavorare nei cantieri edili, fu una costante dell’economia locale fino all’inizio del XX secolo. Alcuni uomini con le loro famiglie lasciarono definitivamente il paese per stabilirsi in altre zone d’Italia, d’Europa e del mondo. Oggi sono molte le persone che ricercano le proprie origini e riscoprono parenti lontani grazie all’eredità del cognome.

Le donne che rimanevano in paese, provvedevano al sostentamento della famiglia, svolgevano tutte le attività legate all’allevamento e all’agricoltura di montagna, trasportando con gerle i loro prodotti nei paesi e nelle valli confinanti per la vendita o per lo scambio commerciale. Trasportavano anche i pesanti fardelli di granito, la “sienite” della Balma, con notevoli sforzi.

Le nuove idee con le quali i valligiani venivano in contatto all’estero, misero le basi per una serie di iniziative di utilità collettiva quali la creazione, oltre che dell’asilo e della scuola elementare, anche del teatro Regina Margherita e di una società di mutuo soccorso, fondata quest’ultima nel 1872. Nel 2022 è stato festeggiato il 150° anniversario della sua fondazione.

Agli inizi del Novecento si registra il picco demografico più alto in tre secoli di storia del comune: nel 1906 sono 1872 le persone che risiedono a Piedicavallo e Montesinaro.

Dalla seconda metà del Novecento l’economia si è legata al turismo. Il flusso turistico odierno ha dato a Piedicavallo un’opportunità di un nuovo sviluppo sia demografico che economico, con vari servizi dedicati all’ospitalità di fruitori nazionali e internazionali amanti dell’affascinante ambiente rurale e montano. Ora potrete proseguire la vostra visita visitando i luoghi di culto di Piedicavallo.